Approccio moderno alla restaurativa diretta ed indiretta dei settori posteriori
Paziente R.V. di sesso maschile di 27 anni di razza caucasica.

Anamnesi generale: nessuna patologia pregressa o in atto, né particolari anamnestici di rilevanza clinica. Stato di salute generale ASA 1.

Anamnesi stomatologica remota e prossima: il paziente si presenta alla mia attenzione per un dolore acuto diffuso all’emiarcata inferiore di sinistra. Egli riferisce di non riuscire a localizzare la sede specifica del dolore, anche se si rende conto di percepire la presenza di una cavità, di grosse dimensioni, in uno dei molari inferiori di sinistra.  Il paziente riferiva inoltre di avere abitudini alimentari non regolari, di assumere parecchi cibi e bevande zuccherate, di lavare poco i denti, di non usare il filo interdentale.

Il paziente asseriva di non essersi mai sottoposto ad una visita odontoiatrica in vita sua.

Esame stomatologico e radiografico: Il paziente presentava scarsa igiene orale, con accumuli di placca batterica e di tartaro diffusi ed evidenti anche a livello radiografico, e flogosi acuta dei tessuti muco-gengivali.

All’esame clinico obiettivo si riscontrava, altresì, presenza di una carie di grosse dimensioni a carico di 3.7, con assenza della cresta marginale distale e della fossa occluso-distale.

Non risultavano presenti restauri di nessun tipo, all’interno del cavo orale.

Erano altresì presenti tutti i terzi molari, erotti correttamente in arcata. All’esame funzionale essi risultavano in massima intercuspidazione ed erano assenti precontatti centrici od eccentrici.

Radiograficamente si evidenziavano lesioni cariose primarie a carico di 3.5 3.6 3.7 4.5 4.6 4.7 4.8 di grosse dimensioni.

Si evidenziavano anche piccole lesioni cariose nell’arcata superiore.

Veniva eseguito test di vitalità termico ed elettrico su 3.7 e 4.6 e risultavano entrambi vitali al momento della prova. Il test termico induceva una esacerbazione del dolore a carico del terzo quadrante. Esso veniva percepito come pulsante ed acuto, con irradiazione agli elementi dentari omolaterali, sia superiori che inferiori, all’orecchio e alla zona sottorbitaria.

Veniva inoltre riscontrata la presenza di una recessione gengivale a carico di 3.3 con sufficiente presenza di tessuto cheratinizzato.

Diagnosi:

Gengivite marginale

Patologia cariosa diffusa agli elementi sopra elencati, e destruente a carico di 3.7 e 4.6

Pulpite acuta a carico di 3.7

Recessione gengivale da spazzolamento a carico di 3.3

Piano di Trattamento:

PRIMA SEDUTA

Risoluzione del dolore acuto a carico del terzo quadrante mediante terapia canalare di 3.7. Seduta d’igiene professionale, atta a rimuovere gli accumuli presenti di tartaro e di placca batterica e a ridurre lo stato d’infiammazione gengivale, e motivazioni al mantenimento domiciliare e alla tecnica di spazzolamento corretta e non aggressiva verso i tessuti, nonché alla corretta alimentazione.

SECONDA SEDUTA

Allungamento di corona clinica di 3.7 con terapia chiurgica parodontale osteo-resettiva; Build up in composito di 3.7 e successiva preparazione di overlay in composito; Esecuzione di restauri diretti in composito su 3.5 3.6

TERZA SEDUTA

Cementazione di overlay in composito su 3.7

QUARTA SEDUTA

Terapia canalare di 4.6

Allungamento di corona clinica di 4.6 con terapia chirurgica parodontale osteo-resettiva; Build up in composito di 4.6 e successiva preparazione di overlay in composito; Build up in composito di 4.8 e preparazione di un onlay sulla superficie occluso-distale di 4.8; Esecuzione di restauri diretti in composito su 4.5 4.7  e sulla superficie occluso- mesiale di 4.8

QUINTA SEDUTA

Cementazione di overlay in composito su 4.6 e di onlay in composito su 4.8

A SEGUITO

Richiami d’igiene e controlli trimestrali per rivalutazione dell’opera restaurativa

 

CONCLUSIONI

Un approccio restaurativo moderno dei settori latero-posteriori, che si avvalga delle tecniche dirette come prima scelta, e di preparazioni parziali e non complete, nei denti trattati endodonticamente, con il massimo rispetto e conservazione sia dei tessuti parondotali, che dei tessuti dentali residui, consente di ottenere risultati ideali da un punto di vista morfologico-funzionale, predicibili e mantenibili nel lungo termine.